venerdì 30 gennaio 2009

Tramonto

Oggi ho assistito ad uno dei tramonti più belli degli ultimi tempi.
Il sole ha deciso di venire a morire sul solitario terrazzo di casa mia, e, nel farlo, mi ha regalato un tripudio di luci, ombre e sfumature.
I miei occhi hanno rincorso il giallo, l'arancione, il rosso, il rosa, l'azzurro, il viola, intrecciati in uno spettacolo che, da ventitrè/quasi ventiquattro anni, puntualmente non smette mai di stupirmi. I tramonti sono magnetici per me: ovunque sia, con chiunque sia, qualsiasi cosa io stia facendo, non riesco a non fermarmi, almeno un secondo, per respirare il profondo senso di armonia che emanano e da cui la mia anima, all'apice della meraviglia, si lascia penetrare.

martedì 27 gennaio 2009

Giornata della memoria

Per riflettere e per non dimenticare...


« Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.»

(P. Levi, Se questo è un uomo)



domenica 25 gennaio 2009

Anime in me

Quante anime in me.
Ci sono gli occhi profondi e la bocca di mio padre.
Ci sono i capelli chiari e la carnagione nordica di mia madre.
C'è il carattere caldo, aperto, festaiolo e un po' gitano del nonno paterno romagnolo.
Ci sono l'indipendenza e il saper-cavarsela-in-ogni-situazione dei nonni materni.
C'è il gusto per la moda e per i bei vestiti della prozia stilista.
Quante anime in me. E in tutto ciò, io chi sono?

giovedì 22 gennaio 2009

Un incontro

Il lato buffo del pendolarismo si palesa nei simpatici incontri che ogni tanto si fanno in treno.
Qualche giorno fa, solito regionale. Il paesaggio che scorre dietro al finestrino mi suggerisce che stiamo per entrare in stazione a Bologna. Mi alzo e mi avvicino alla porta, pronta per scendere. Ma il treno, improvvisamente, si ferma. Dopo un minuto, una voce alle mie spalle rompe il silenzio: "Stamattina questo treno non vuole farci arrivare!". Mi volto, e incrocio il viso di una signora sulla quarantina, straniera, probabilmente algerina o giù di lì. Iniziamo una piccola conversazione per ingannare il tempo che questo treno ci sta facendo "perdere". In un italiano colorato da uno strano accento, mi racconta che è diretta ad Ancona a trovare amici. E' molto legata alla città marchigiana perché lì ha trascorso i suoi primi anni in Italia, finchè ha incontrato suo marito. Il matrimonio l'ha portata a trasferirsi in un paesino in provincia di Padova. "Ormai vivo in Veneto da diversi anni. Ma non mi trovo bene. Non riesco a fare amicizia. Ai veneti l'amicizia non interessa; pensano solo ai soldi e al lavoro", mi dice la signora, evidentemente convinta di parlare una ragazza ferrarese o bolognese. Con un sorriso, le rispondo: "Signora, sono veneta anch'io, di Rovigo; e proprio perché conosco bene i miei conterranei, non posso che condividere la sua opinione. Eccezion fatta per una minoranza di individui, il veneto medio è proprio come dice lei.". Ricambia il mio sorriso e ribatte: "Davvero sei veneta? Non l'avrei mai detto. Ecco allora perchè vieni a studiare qui.". Nel frattempo un fastidioso rumore di freni ci riporta alla realtà: il treno nel frattempo è ripartito ed è arrivato al binario. "Buona fortuna!", mi dice la mia amica algerina, salutandomi vigorosamente.
E' incredibile come quella signora assolutamente sconosciuta sia stata capace di leggermi dentro come se mi conoscesse da una vita...

mercoledì 21 gennaio 2009

L'invenzione più stupenda di Dio

Quando capito, anche semplicemente per caso, in un ospedale, penso sempre (e paradossalmente) alla vita. Forse solo la malattia e - sì, non abbiamo paura di dirlo - la morte insegnano quanto è bello vivere.
Chi è "in salute" è cieco: non riesce a meravigliarsi della bellezza che è nascosta nei dettagli di una vita quotidiana. E' troppo occupato a lamentarsi ( di sè, degli altri, del destino) per poter scorgere lei, la vita, che prende forme, colori, sapori, sempre diversi.
Vivere a fianco di un malato insegna ad assaporare il tempo. Assaporare. Assaporare. Un malato vive ogni giorno come un piccolo miracolo.
Non smetterò mai di ringraziare mio padre perchè con la sua vita mi ricorda ogni giorno che vivere è l'invenzione più stupenda di Dio.

[Scende una lacrima, ma è gioia.]

sabato 17 gennaio 2009

Ideologia e persona

I pranzi a casa Proni si svolgono solitamente nella maniera più ordinaria che possiate immaginare: telegiornale di sottofondo, chiacchiere di routine del tipo "com'è andata oggi al lavoro?" e scambio di informazioni tecniche circa orari, commissioni, impegni.
Il pranzo di ieri, invece, è stato diverso, piacevolmente diverso.
Tutto è nato da un mio breve commento, a mo' di aforisma, nei confronti di un servizio al telegiornale, commento che si è tramutato immediatamente nell'incipit di una animata discussione di politica tra me e i miei genitori, talmente accesa e proficua al punto che il pranzo si è prolungato ben al di là della solita striminzita mezz' ora.
Sostanzialmente, la critica che mi muovevano i miei genitori (i quali comunque condividono in pieno le mie simpatie politiche) era la seguente: " Come tutti i giovani, da che mondo è mondo, tu tendi a votare le ideologie, e non le persone". Vero, verissimo. Ma non credo sia colpa né della mia giovane età né della forma mentis da filosofo ragionante per massimi sistemi e non in virtù dei fatti.
Il punto è che non trovo, all'interno dell'odierna classe politica, una persona che davvero mi convinca, per capacità personali, carisma, programma, integrità morale. Se fossi americana, avrei saputo per chi votare alle ultime elezioni presidenziali. Obama mi ha convinta, come persona, non solo per l'ideologia che incarna. Nell'Italia degli ultimi tempi, invece, non riesco a trovare un politico degno di una possibilità e di fiducia. E allora non restano che due alternative: votare l'ideologia in cui ti riconosci di più o astenersi dal voto. Ho scelto e scelgo la prima opzione, ma mi rendo conto che è un compromesso.
Che fare quindi? Sperare nel futuro, nella classe politica nascente, in giovani capaci e in discontinuità col passato a cui affidare un voto pienamente convinto.

martedì 13 gennaio 2009

Giorni

Sono giorni molto pieni questi.
Giorni di persone, di incroci, di posti.
Giorni di amicizia, in cui vivere quello che l'amico vive; ti arrabbi con lui, gioisci con lui, soffri con lui, ami con lui.
Giorni di chiacchiere, importanti o banali, eppure capaci di legare, di svelare, di scioccare, di costruire.
Giorni di ricordi, in cui basta un film o una battuta per ritornare con la mente ai tempi del liceo, quei tempi in cui la vita dirompeva come un fiume in piena e l'amore era più facile.
Giorni di emozione, in cui ti sorprendi impaurita se ogni tanto un brivido pallido scivola in silenzio lungo la schiena.
Giorni di sete di calore umano sulla pelle.
Giorni di studio, in cui fronteggi ancora le insicurezze e i limiti delle tue capacità, così volubili e altalenanti.
Giorni di scelte, per un futuro che hai paura di disegnare.

venerdì 9 gennaio 2009

[Spazio citazioni] Bella

[QUASIMODO]
Bella
La parola Bella è nata insieme a lei
Col suo corpo e con i piedi nudi, lei
E' un volo che afferrerei e stringerei
Ma sale su l'inferno a stringere me
Ho visto sotto la sua gonna da gitana
Con quale cuore prego ancora Notre Dame
C'è Qualcuno che le scaglierà la prima pietra?
Sia cancellato dalla faccia della terra!
Volesse il diavolo, la vita passerei
Con le mie dita tra i capelli di Esmeralda
[FROLLO]
Bella
E' il demonio che si è incarnato in lei
Per strapparmi gli occhi via da Dio, lei
Che ha messo la passione e il desiderio in me
La carne sa che paradiso è lei
C'è in me il dolore di un amore che fa male
E non m'importa se divento un criminale
Lei
Che passa come la bellezza più profana
Lei porta il peso di un'atroce croce umana
O Notre Dame, per una volta io vorrei
Per la sua porta come in chiesa entrare in lei
[FEBO]
Bella
Lei mi porta via con gli occhi e la magia
E non so se sia vergine o non lo sia
C'è sotto Venere e la gonna sua lo sa
Mi fa scoprire il monte e non l'al di là
Amore, adesso non vietarmi di tradire
Di fare il passo a pochi passi dall'altare
Chi
È l'uomo vivo che potrebbe rinunciare
Sotto il castigo, poi, di tramutarsi in sale?
O Fiordaliso, vedi, non c'è fede in me
Vedrò sul corpo di Esmeralda se ce n'è
[QUASIMODO, FROLLO, FEBO]
Ho visto sotto la sua gonna da gitana
Con quale cuore prego ancora Notre Dame
C'è Qualcuno che le scaglierà la prima pietra?
Sia cancellato dalla faccia della terra!
Volesse il diavolo, la vita passerei
Con le mie dita tra i capelli d'Esmeralda
Di Esmeralda

(R. Cocciante, Notre Dame de Paris )

domenica 4 gennaio 2009

Neve

Siamo solo io e te, neve, questa notte.
Il silenzio che ci avvolge mi sembra una melodia, di cui riconosco le note.
Il vuoto che ci circonda mi sembra così pieno di pace.
La bianchezza che ci ricopre mi sembra così brillante.
Ti posi lenta sui miei capelli, sul mio corpo, sul mio volto. Diventi un tutt'uno con essi.
Ed improvvisamente il presente prende senso.
Improvvisamente mi sento al sicuro.
Improvvisamente.

giovedì 1 gennaio 2009

[Spazio citazioni] Somebody

I want somebody to share
Share the rest of my life
Share my innermost thoughts
Know my intimate details
Someone who'll stand by my side
And give me support
And in return
She'll get my support
She will listen to me
When I want to speak
About the world we live in
And life in general
Though my views may be wrong
They may even be perverted
She will hear me out
And won't easily be converted
To my way of thinking
In fact she'll often disagree
But at the end of it all
She will understand me
I want somebody who cares
For me passionately
With every thought and with
Every breath
Someone who'll help me see things
In a different light
All the things I detect
I will almost like
I don't want to be tied
To anyone's strings
I'm carefully trying to steer clear
Of those things
But when I'm asleep
I want somebody
Who will put their arms around me
And kiss me tenderly
Though things like this
Make me sick
In a case like this
I'll get away with it .

(Depeche mode)