lunedì 15 dicembre 2008

Tempo

In questi giorni penso molto al tempo. Non so perchè. Forse per quello che io chiamo "l'effetto dicembre". Sarebbe quel fenomeno per il quale devi arrivare a finire l'agenda o a strappare l'ultimo foglio del calendario per realizzare che il tempo passa. Mentre l'umanità ama, soffre, spera, piange, ride, odia, il divenire fluisce inesorabilmente. E lo fa così in silenzio che fatichiamo a vedere i suoi effetti. Lo riconosciamo forse solo sui corpi dei bambini che crescono o sui visi degli anziani che invecchiano. Ma tra le nostre dita affusolate di giovani adulti scivola via, al punto che non possiamo dire "ora", che "ora" è già passato.
L'incostanza e la fragilità della vita umana insegnano che ogni minuto è una possibilità. Ogni istante è un dono. Ogni giorno è così pieno di vita, che va vissuto come se fosse l'ultimo. Lo so, questo discorso può sembrare un ritornello new age trito e ritrito, o una sorta di rievocazione del "Carpe diem" oraziano... In realtà questa riflessione vorrebbe essere qualcosa di più. Vorrebbe essere una promessa che faccio a me stessa. Vorrei sempre vivere il presente non come un'appendice del passato o come un'introduzione al futuro. Vorrei imparare a cogliere nella sua pienezza e con semplicità il momento che mi è dato di vivere e a riconoscere quegli istanti... Gli istanti in cui si svela la bellezza, di fronte alla quale anche il tempo trattiene il respiro e lascia trasparire un filo d'eternità.

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